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Il mio elaborato sull’omicidio dell’on. Pio La Torre

CENNI SU PROVVEDIMENTI CONTRO LA MAFIA

Premesso, e ciò appare ovvio, che non c’è in atto la possibilità di proporre o suggerire soluzioni radicali per eliminare dal tessuto sociale il “cancro” della mafia, si reputa utile soffermare l’attenzione su alcuni rimedi che , allo stato, potrebbero contribuire, nel contesto di una più vasta e capillare azione antimafia da studiare ed attuare, a fronteggiare, a porre un argine ad un purtroppo prevedibile peggioramento della situazione.

•  rafforzamento, sul piano qualitativo e quantitativo, degli organismi di polizia giudiziaria impegnati più direttamente nella lotta contro la mafia (Squadra Mobile Questura, Nucleo Operativo Carabinieri e Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza);

•  realizzazione di una permanente ed effettiva collaborazione, nelle indagini sul crimine organizzato, tra i vari organismi di Polizia, previo accordi ed intese, sancite esplicitamente, rigorosamente, inderogabilmente nella opportuna sede, onde impedire che l’attuazione pratica di tale collaborazione sia lasciata alle mutevoli disponibilità e valutazioni dei vari Dirigenti e Comandanti di Uffici e Reparti;

•  riforma dell’attuale sistema delle misure di prevenzione nei confronti degli indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose, realizzando le proposte dell’allora Deputato C. TERRANOVA, membro della Commissione Antimafia, e cioè:

•  riunione in un unico testo legislativo di tutte le norme sulla prevenzione;

•  limitare la sorveglianza speciale ai soggetti pericolosi secondo un criterio basato sui precedenti penali, sulla condotta e sul tenore di vita, sull’ambiente frequentato e sui rapporti con elementi della malavita, sul comportamento in pubblico e verso il pubblico, sulla notorietà, sui processi subiti, ecc.;

•  applicare la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in altro comune nei casi più gravi e destinare i soggiornanti presso località isolate ( non più di dieci o quindici in tutta Italia), lontane dai grossi centri, adeguatamente presidiate dalla Polizia, in modo da poter esercitare un effettivo controllo sui movimenti, sul comportamento, sui contatti e sulle comunicazioni del soggetto;

•  esecuzione della sorveglianza sia in loco, sia nella località del soggiorno obbligatorio attraverso una effettiva e capillare azione di vigilanza esercitata con i tradizionali controlli estesi anche alla osservazione del regime di vita condotto dal sorvegliato nonché della sua propensione a redimersi ed a reintegrarsi nella collettività

•  aggravamento delle pene per le contravvenzioni alle prescrizioni sulla sorveglianza speciale ed in particolar modo per l’allontanamento arbitrario dalla località del soggiorno obbligatorio;

•  attuazione di misure aventi ad oggetto il patrimonio dei mafiosi ed in specie:

•  introduzione di una norma che dia la possibilità di imporre al soggetto sottoposto a procedimento penale per il reato di associazione per delinquere e per reati che presuppongono l’esistenza di una associazione o, comunque, commessi con un’organizzazione delinquenziale, l’obbligo di presentare una dichiarazione relativa ai redditi di cui gode, alla provenienza degli stessi, alla consistenza ed all’origine del suo patrimonio mobiliare ed immobiliare;

•  possibilità di sequestro prima e confisca dopo in ordine a tutti quei beni dei quali il soggetto non sia in grado di dimostrare la legittima provenienza;

•  istituzione di una commissione parlamentare di vigilanza contro il crimine organizzato, formata da un presidente e pochi parlamentari, che possa avvalersi di organi tecnici estranei all’ambiente siciliano, per controlli, verifiche, ispezioni agli uffici pubblici ed istituti bancari nei casi in cui operazioni finanziarie o procedure d’appalti appaiano legate alla mafia;

•  creazione di un organismo centrale di polizia con compiti specifici di supervisione, coordinamento e direzione della lotta contro la mafia ed i fenomeni di delinquenza organizzata, con sede presso il Ministero dell’Interno ed articolato perifericamente per nuclei regionali (vedasi testo del documento predisposto dal Deputato Alberto MALAGUGINI sul tema della riforma dell’attuale sistema delle misure di prevenzione nei confronti degli indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose – Documento XXIII nr.2 VI Legislatura, Vol.1°, pagina 1047 e segg., specie pagg.1056 e 1057);

•  proposta di modifica dell’art. 416 Codice Penale con previsione di norme che possano agevolare l’incriminazione di appartenenti ad associazioni mafiose.

 

Palermo, 13 maggio 1982

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